
“Tanti pesci nel mare”? Non più, avvertono gli esperti delle Nazioni Unite a Nizza
Nizza, Francia (11 giugno 2025) – L’adagio “Tanti pesci nel mare” sta rapidamente perdendo significato, secondo un rapporto pubblicato oggi da esperti delle Nazioni Unite riuniti a Nizza per un importante summit sullo sviluppo economico sostenibile. Il rapporto, intitolato “Oltre il Limite: Una Valutazione Critica delle Risorse Marine”, dipinge un quadro preoccupante dello stato degli oceani e delle risorse ittiche globali, avvertendo che la pesca eccessiva, l’inquinamento e i cambiamenti climatici stanno spingendo molti ecosistemi marini al collasso.
Punti chiave del rapporto:
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Pesca eccessiva: Le scorte di pesci globali sono diminuite drasticamente negli ultimi decenni a causa della pesca eccessiva e delle pratiche di pesca distruttive. Il rapporto stima che oltre il 90% delle popolazioni ittiche siano sfruttate al massimo o sovrasfruttate, con conseguenze devastanti per la biodiversità marina e la sicurezza alimentare.
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Inquinamento: L’inquinamento da plastica, sostanze chimiche agricole, acque reflue industriali e altre fonti sta contaminando gli oceani su scala globale, danneggiando gli ecosistemi marini e la salute umana. Il rapporto sottolinea in particolare l’accumulo di microplastiche nella catena alimentare marina, che rappresenta una seria minaccia per la fauna selvatica e per il consumo umano.
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Cambiamenti climatici: L’aumento delle temperature oceaniche, l’acidificazione degli oceani e l’innalzamento del livello del mare stanno alterando gli habitat marini e la distribuzione delle specie, causando stress alle popolazioni ittiche e rendendo gli oceani meno adatti alla vita. Il rapporto evidenzia come lo sbiancamento dei coralli, un fenomeno direttamente legato all’aumento delle temperature, stia distruggendo le barriere coralline, che sono cruciali per la biodiversità marina e la protezione delle coste.
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Impatti socio-economici: La diminuzione delle risorse ittiche ha un impatto diretto sulla sicurezza alimentare, sui mezzi di sussistenza e sulle economie di milioni di persone in tutto il mondo, in particolare nelle comunità costiere che dipendono dalla pesca per il loro sostentamento. Il rapporto avverte che la perdita di biodiversità marina potrebbe portare a instabilità sociale, conflitti e migrazioni di massa.
Raccomandazioni degli esperti:
Il rapporto presenta una serie di raccomandazioni urgenti per invertire la tendenza e garantire la sostenibilità delle risorse marine, tra cui:
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Gestione della pesca basata sulla scienza: Implementare quote di pesca sostenibili, rafforzare i controlli sulla pesca illegale e promuovere pratiche di pesca selettive che minimizzino l’impatto sugli ecosistemi marini.
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Riduzione dell’inquinamento: Adottare misure rigorose per ridurre l’inquinamento da plastica, sostanze chimiche e altre fonti, investendo in sistemi di trattamento delle acque reflue e promuovendo l’economia circolare.
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Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici: Ridurre le emissioni di gas serra per limitare l’aumento delle temperature oceaniche e implementare strategie di adattamento per proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili, come la riqualificazione degli habitat e la creazione di aree marine protette.
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Cooperazione internazionale: Rafforzare la cooperazione internazionale per la gestione sostenibile delle risorse marine, condividere le conoscenze e le migliori pratiche e affrontare le sfide transfrontaliere, come la pesca illegale e l’inquinamento.
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Investimenti in ricerca e innovazione: Investire in ricerca scientifica per comprendere meglio gli ecosistemi marini e sviluppare tecnologie innovative per la pesca sostenibile, il monitoraggio dell’inquinamento e la protezione degli habitat.
Conclusione:
Il rapporto delle Nazioni Unite è un campanello d’allarme che sottolinea l’urgente necessità di agire per proteggere gli oceani e le risorse marine. La comunità internazionale, i governi, le imprese e i cittadini devono collaborare per implementare le raccomandazioni del rapporto e garantire un futuro sostenibile per gli oceani e le generazioni future. Ignorare questi avvertimenti metterebbe a rischio non solo la biodiversità marina, ma anche la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza e la stabilità sociale di milioni di persone in tutto il mondo. La domanda non è più se agire, ma come agire rapidamente e con determinazione per invertire la rotta.
‘Plenty of fish in the sea’? Not anymore, say UN experts in Nice
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