[World1] World: L’ONU chiede la fine degli insensati omicidi in Cisgiordania, esacerbati dall’impunità, Middle East

L’ONU chiede la fine degli insensati omicidi in Cisgiordania, esacerbati dall’impunità

Ginevra, 16 maggio 2025 – L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation di violenza e l’aumento degli omicidi in Cisgiordania, sottolineando l’urgente necessità di porre fine a queste “insensate uccisioni”. La dichiarazione, pubblicata oggi, denuncia l’impunità persistente per gli autori di tali violazioni, alimentando un ciclo di violenza senza fine.

L’ONU evidenzia un preoccupante aumento degli incidenti che coinvolgono sia le forze di sicurezza israeliane sia i coloni israeliani, con un numero sempre maggiore di palestinesi uccisi o feriti. Allo stesso tempo, crescono anche le preoccupazioni per la sicurezza dei coloni, in un clima di crescente tensione e polarizzazione.

Punti chiave sollevati dall’ONU:

  • Aumento degli omicidi: L’OHCHR ha documentato un aumento significativo del numero di palestinesi uccisi in Cisgiordania dall’inizio dell’anno. La maggior parte di queste uccisioni sono state perpetrate dalle forze di sicurezza israeliane durante operazioni militari, proteste o raid nei campi profughi. Tuttavia, l’ONU sottolinea anche l’allarmante aumento degli atti di violenza da parte di coloni israeliani contro i palestinesi, inclusi attacchi diretti, danneggiamento di proprietà e distruzione di terreni agricoli.
  • Impunità diffusa: L’ONU ha denunciato la mancanza di responsabilità per gli autori di violazioni dei diritti umani in Cisgiordania. Le indagini su presunti crimini commessi dalle forze di sicurezza israeliane e dai coloni sono spesso lente, opache e raramente portano a condanne. Questa impunità alimenta la sfiducia nel sistema giudiziario e incoraggia ulteriori atti di violenza.
  • Uso eccessivo della forza: L’OHCHR esprime particolare preoccupazione per l’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza israeliane durante le operazioni di polizia e le proteste. L’uso di munizioni letali, come proiettili veri, contro manifestanti disarmati solleva serie preoccupazioni ai sensi del diritto internazionale umanitario. L’ONU sottolinea che le forze di sicurezza devono rispettare i principi di necessità e proporzionalità quando usano la forza.
  • Restrizioni alla libertà di movimento: L’ONU ha anche evidenziato l’impatto delle restrizioni alla libertà di movimento imposte dalle autorità israeliane sulla vita dei palestinesi. I checkpoint, le barriere stradali e il Muro di Separazione limitano l’accesso ai servizi essenziali, all’istruzione, al lavoro e all’assistenza sanitaria, esacerbando le difficoltà economiche e sociali nella regione.
  • Appello alla responsabilità: L’ONU sollecita le autorità israeliane a condurre indagini tempestive, approfondite e imparziali su tutti gli incidenti di violenza in Cisgiordania e a garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Inoltre, l’ONU esorta le autorità israeliane a proteggere la popolazione palestinese dalla violenza dei coloni e a smantellare gli insediamenti illegali, in conformità con il diritto internazionale.

Conseguenze:

La persistente violenza e l’impunità in Cisgiordania minacciano la stabilità della regione e compromettono le prospettive di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese. L’ONU ribadisce la sua ferma convinzione che solo una soluzione basata su due Stati, in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace e sicurezza, possa porre fine al ciclo di violenza e sofferenza.

L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani continua a monitorare da vicino la situazione in Cisgiordania e si impegna a sostenere i diritti umani di tutti i residenti nella regione. L’ONU invita la comunità internazionale a esercitare pressioni sulle parti in conflitto per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.


End senseless killings in the West Bank: UN rights office

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